ENPAM
Perché siamo critici
Cari Colleghe e Colleghi,
poche parole per sintetizzare la posizione sull’Enpam che il Consiglio dell’Ordine, a stragrande maggioranza, ha assunto nell’ultimo triennio e che si è concretizzata nella sostanziale non approvazione dei bilanci del nostro Ente di Previdenza.
Per la prima volta, nel corso degli ultimi due anni, ci siamo affidati al parere di un revisore contabile, il Dr. Stefano Collina, che ci ha fornito delle relazioni sui bilanci dell’Enpam (che trovate nel sito web dell’Ordine alla voce Previdenza) da cui sono emersi parecchi elementi che ci hanno fatto dubitare del modo in cui la Fondazione amministra il nostro patrimonio che, è bene ricordarlo, deve garantire il pagamento delle pensioni ad oltre 400.000 iscritti.
I punti essenziali sono le somme rilevanti spese inutilmente nelle SRL create dall’Enpam (Enpam Real Estate ed Enpam Sicura), i compensi iperbolici pagati agli amministratori e ai revisori dei conti, le problematiche di gestione del patrimonio immobiliare, gli investimenti sconsiderati in titoli tossici, il rendimento del patrimonio, il problema del superamento della gobba previdenziale e quello della sostenibilità a 50 anni nel pagamento delle pensioni, la scarsa trasparenza istituzionale della Fondazione.
Come delegato dell’Ordine all’Enpam, negli ultimi sei anni ho espresso chiaramente, ma in modo costruttivo, le nostre perplessità sulle modalità di gestione. Ho suggerito alcuni correttivi, come il ripristino dei mutui ai medici e la non partecipazione al Fondo Atlante (c.d. salva-banche) che sono stati ascoltati, ed altri come la riduzione dei compensi agli amministratori che purtroppo non sono stati ascoltati. Anche i miei interventi all’Assemblea Nazionale, per chi ha voglia di approfondire, sono sul sito web dell’Ordine, alla voce Previdenza.
Per semplificare l’informazione, visto che il tempo per leggere è sempre poco, ho preparato alcune diapositive dal titolo “ENPAM, questa sconosciuta” che meglio di ogni altra cosa potranno darvi un’idea delle criticità ancora presenti nella Fondazione che è nostro assoluto interesse cercare di risolvere.
Ovviamente ci siamo anche scontrati con coloro che hanno interesse al mantenimento dello status quo e vedono l’indipendenza di giudizio dell’Ordine di Ascoli come un pericolo intollerabile. Ed è forte il desiderio da parte di alcuni Colleghi di ripristinare l’ancien régime nel quale l’Ordine di Ascoli Piceno non osava mai cantare fuori dal coro dell’establishment sindacale che governa l’Enpam.
Con l’auspicio che nel prossimo triennio tutto questo lavoro non vada disperso, vi saluto cordialmente.
Dr. Piero Maria Benfatti